Zweig Stefan - 1927 - Momenti fatali by Zweig Stefan

Zweig Stefan - 1927 - Momenti fatali by Zweig Stefan

autore:Zweig Stefan
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 9788845925948
editore: Adelphi
pubblicato: 2010-12-31T23:00:00+00:00


LA PRIMA PAROLA CHE VALICA L'OCEANO

Cyrus W. Field, 28 luglio 1858

Il nuovo ritmo

Per migliaia e migliaia di anni, da quando quella strana creatura denominata uomo ha preso a trasferirsi da un luogo all'altro della terra, gli unici parametri della velocità di movimento sono stati il trotto del cavallo, il girare su se stessa della ruota, la propulsione impressa alla nave dai remi o dalla vela. L'immane progresso tecnico, sviluppatosi in quell'esigua porzione di tempo rischiarata dalla luce dell'intelletto che noi siamo soliti chiamare storia universale, non aveva accelerato in modo sensibile il ritmo degli spostamenti. Gli eserciti di Wallenstein avanzavano non molto più celeri delle legioni di Cesare, l'armata di Napoleone non era più rapida delle orde di Gengis Khan, le corvette di Nelson solcavano i mari a velocità di poco superiore a quella dei vascelli corsari dei Vichinghi e delle navi mercantili dei Fenici. Durante il viaggio del "Childe Harold's Pilgrimage" Lord Byron percorre lo stesso numero di nodi al giorno di Ovidio diretto al suo esilio sulle sponde del Ponto, e nel diciottesimo secolo Goethe non viaggia molto più comodo o più spedito dell'apostolo Paolo all'inizio del primo millennio. La stessa distanza di tempo e di spazio separa i paesi all'epoca di Napoleone come durante l'Impero romano: la resistenza della materia ha ancora la meglio sulla volontà dell'uomo.

Sarà solo il diciannovesimo secolo a modificare radicalmente la velocità del moto. Nei primi vent'anni dell'Ottocento, infatti, popoli e paesi si avvicinano più di quanto non sia accaduto nei millenni precedenti; grazie ai treni e ai battelli a vapore è possibile compiere in una sola giornata viaggi che richiedevano parecchi giorni, e ore interminabili si riducono a quarti d'ora o addirittura a minuti. Ma per quanto i contemporanei considerassero un enorme progresso l'accelerazione del tempo dovuta a ferrovia e navi a vapore, queste nuove conquiste tecniche rientravano ancora nell'ambito del concepibile. I nuovi mezzi di locomozione si limitano a moltiplicare per cinque, per dieci o per venti la velocità fino ad allora sperimentata, così che sensi e intelletto riescono a seguirne i cambiamenti, a capacitarsi dell'apparente miracolo.

Del tutto inaspettati invece sono gli effetti delle prime applicazioni pratiche dell'elettricità, che, ancora in culla, già si rivela un Ercole: infrange ogni legge conosciuta, sovverte qualsiasi norma e misura. Non riusciremo mai, noi nati dopo, a renderci veramente conto dello stupore provato dalla gente dell'epoca per le prime realizzazioni del telegrafo elettrico, a condividerne lo sbalordimento misto a incredulità ed entusiasmo per quella piccola, impercettibile scintilla che fino a ieri sembrava solo in grado di uscire dalla bottiglia di Leida per spostarsi, crepitando, di qualche centimetro e che ora, a un tratto - dotata di forza diabolica -, supera d'un balzo paesi, montagne e interi continenti. É difficile credere che un pensiero non ancora interamente formulato o uno scritto fresco d'inchiostro possano nello stesso istante essere ricevuti, letti e capiti a miglia e miglia di distanza, o immaginare come la corrente invisibile che si propaga tra i due poli della minuscola pila di Volta possa tendersi sull'intera superficie del globo, da un capo all'altro della terra.



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